15/16 giugno 2019

Il Fotogrammain collaborazione con Phf Photoforma eLuca Chistèorganizza un corso dedicato all'utilizzo del software Adobe Lightroom.
Il corso si rivolge a coloro che vogliono conoscere e approfondire la propria conoscenza con tale importante software dedicato alla fotografia. Come è consuetudine per questo tipo di formazione, Phf Photoforma propone per il corso un approccio "full-immersion", di tipo esperienziale, condotto in un contesto circoscritto di partecipanti e un impegno concentrato di tempo al fine di massimizzare la qualità della docenza, ottenere benefici concreti dal percorso di apprendimento e ridurre al massimo i costi di partecipazione.

Il corso, strutturato in circa dieci orecomplessive di formazione, con massimo dieci partecipanti, offrirà le conosceze necessarie per un ottimo utilizzo del software in modo da poterlo sfruttare al meglio per gestire in autonomia le fasi fondamentali del flusso di lavoro di post-produzione sia per quanto riguarda le funzioni di catalogazione ed editing delle immagini (LIBRERIA) che per le fasi relative agli interventi finalizzati a migliorare e ritoccare le immagini (SVILUPPO). La parte conclusiva del corso sarà invece dedicata a funzioni complementari del software quali la corretta preparazione del file per la stampa (STAMPA) e la creazione di una presentazione personalizzata con le proprie immagini (PRESENTAZIONE).



Modalità di svolgimento del corso
Le lezioni saranno supportate da passaggi condivisi con una logica di tipo "passo-passo", ponendo, per ciascuna sessione, specifici obiettivi formativi ai partecipanti. Le esercitazioni avverranno facendo riferimento ad un unico e articolato set di immagini, già predisposto dalla docenza e, pertanto, tutti gli allievi lavoreranno su materiale omogeneo e con la possibilità di seguire chiaramente lo sviluppo degli argomenti.

Attrezzatura richiesta
Computer personale e software Adobe Lightroom (anche la versione di prova)

 

Quando
Sabato 15 giugno 2019 con orario  9.30-12.30 | 14.00 17.30
Domenica 16 giugno 2019con orario 9.30-12.30
Dove
Nago, sede de Il Fotogramma - Piazza Gazzoletti, 8

Costi di partecipazione
70 euro per i soci de Il Fotogramma
90 euro per i non soci
Per INFORMAZIONI più dettagliate sul programma e gli argoenti trattati clicca qui.
Per ISCRIZIONI contattare il fotogramma all' indirizzo segreteria@ilfotogramma.org 

Gennaio 2019

CORSO BASE DI FOTOGRAFIA 2019

Aperte le iscrizioni - inizio giovedì 7 marzo

Dicembre 2018

DARKROOM

Il Gruppo fotografico “Il Fotogramma” è lieto di annunciare la nascita, al suo interno, di una sezione dedicata alla fotografia analogica. Per la verità si deve parlare di “rinascita” in quanto Il Fotogramma è nato 19 anni orsono quando la fotografia era “esclusivamente” analogica e con il passare degli anni ha assistito al graduale passaggio al mondo digitale con il tramonto dell’uso della pellicola. Ma cosa si intende per “fotografia analogica”? 

CORSO BASE DI FOTOGRAFIA 2018

Aperte le iscrizioni - inizio giovedì 15 marzo

Per ulteriori info clicca qui

ANGOLI & SPIGOLI

Inaugurazione sabato 04/02/17 ore 18.00

MAG Museo Alto Garda - Piazza C.Battisti 3/A Riva d/G

Anche per il 2016, l’Associazione "Il Fotogramma" di Nago ha scelto di intraprendere un percorso di ricerca visiva a carattere tematico, assegnando, ai partecipanti, un tema sufficientemente azzardato, dal titolo: “Angoli & spigoli”.

Certamente non nuova a queste prospettive di indagine, che trascendono i limiti previsti dalla semplice passione per la fotografia, l'associazione fotografica di Nago tenta di porre l’accento su un percorso espositivo che, pur tenendo conto delle singole cifre autoriali derivanti dalle composite prospettive di ricerca (ricordiamo i numerosi percorsi tematici condotte nei precedenti anni di attività), cerca di offrire una visione, quanto più identitaria possibile, come associazione, sul tema proposto.

Il titolo “Angoli e spigoli”, “ab origine”, contiene in sé, sotto il profilo squisitamente percettivo, alcune connotazioni inevitabilmente condizionanti, laddove si assuma che, nella sua forma più esplicita, esso rinvia ad un’immagine mentale di tipo geometrico. Tuttavia, le accezioni possibili, in senso fotografico e soprattutto sotto il profilo concettuale, se attentamente meditate, offrono – ed hanno offerto agli autori – soluzioni tutt’altro che scontate. Lo spazio di lettura impiegato dai fotografi di questo progetto, quindi, ha scandagliato molte delle allusioni che il concetto di “angolo” e quello di “spigolo”, sottendono. Diventando, i concetti, elementi di raffigurazione od i costrutti logico/mentali per dare fiato a soluzioni visive interessanti ed originali. La rassegna declina quindi temi legati alla memoria, alla solitudine o all’emarginazione, al racconto biografico e allo storytelling e, con soluzioni spesso creative, anche ipotesi in campo figurativo e formale. Attingendo alle esperienze del reportage e della fotografia di street, o volgendo lo sguardo al paesaggio, quello della natura o costruito dagli umani con i suoi artefatti, gli “angoli e gli spigoli” del “Fotogramma” divengono atto interpretativo delle nostre prospettive mentali ed emotive più intime, con un fil rouge narrativo che, immagine dopo immagine, rivela l’incanto della fotografia applicata, in chiave collettiva e di confronto, ad un unico tema di indagine.

Un lavoro intenso, durato quasi un anno, e che ha visto, con gli opportuni procedimenti di sintesi, la partecipazione di ben ventiquattro autori ed una rilevante presenza femminile, caratterizzata da instancabile entusiasmo e profonda sensibilità narrativa.

Anche in questo caso, come in quelli trascorsi con analoghe esperienze, la prassi sulla regia del progetto ha previsto che gli autori, in un processo di progressivo affinamento tematico, elaborassero le proprie ipotesi di racconto con una modalità autonoma, prevedendosi correzioni sotto il profilo semantico e calligrafico, aventi lo scopo di garantire le singole identità, ma sempre in accordo ad una regia che ha cercato di garantire, per quanto possibile, una fondamentale coerenza tematica all’intero tessuto espositivo.

Grazie alla varietà delle soluzioni interpretative proposte dagli autori, il quadro complessivo di “Angoli & spigoli” dimostra quanto duttile, e dialettica – oltre che sinergica – possa essere l’azione fotografica di un’associazione, soprattutto se condotta con strategie di lettura che prevedono, come primo ed importante requisito, l’onestà intellettuale degli autori di auto valutare i propri elaborati e di accettare una condivisione critica e collegiale del loro lavoro.

Sotto il profilo culturale, si tratta di un importante indizio di maturità, considerando che, la fotografia interpretata dal "Fotogramma", in un momento di generalizzato e caotico impiego dell’immagine visiva, può costituire un interessante laboratorio di studio e ricerca sia per la collettività di questo territorio, sia per tutti coloro che, interessandosi alla ricerca visuale, troveranno in queste immagini più di un motivo di conforto.

Non è un caso, quindi, che un’importante istituzione museale quale il MAG Museo Alto Garda, che qui si intende pubblicamente ringraziare, abbia accettato di esporre l’esito di questo itinerario visivo.

 

Luca Chistè / Phf Photoforma / gennaio 2017 © “Il Fotogramma”

Sabato 12 dicembre 2015 ore 17.30

FORTE SUPERIORE - NAGO


Metamorfosi fotografiche di un segno

 

Quel che amore tracciò in silenzio, accoglilo, che udir con gli occhi è finezza d'amore

(William Shakespeare)

 

Le “Tracce” che caratterizzano la nostra esistenza sono infinite.  E infinite sono le accezioni di significato che questa parola può assumere. Sono tracce, fisiche, quelle lasciate dall’impronta di un uomo nel fango o da uno sciatore nella neve, oppure  quelle che delimitano un campo sportivo o una determinata area; sono tracce, indelebili, quelle lasciate nell’anima da eventi traumatici o da ricordi che hanno caratterizzato le nostre esistenze; sono tracce, spesso persistenti,  quelle lasciate dal tempo che, con il suo incessante lavorio sulla natura delle cose, ci consente di apprezzare come fosse in origine la materia.


Ci sono tracce per via filogenetica, che accomunano, nei tratti somatici ed in quelli caratteriali, due o più generazioni e ci sono tracce, pensando ad una lista che potrebbe scorrere all’infinito, drammaticamente irreversibili, sui guasti che l’uomo commina all’ambiente. Ovunque si volga lo sguardo, è sempre possibile scoprire delle “tracce”.


In questo composito e poliedrico panorama, in cui la “traccia” è tanto ricca semanticamente, quanto ineluttabile per qualunque ambito o attività umana, la scelta del tema 2015 da parte del “Fotogramma” di Nago-Torbole appare decisamente sfidante. Per diverse ragioni: il rischio, spesso latente in questo tipo di indagini, di regredire verso un’interpretazione tematica retorica e prevedibile, essenzialmente basata sull’esercizio formale o, peggio ancora, di trasformare l’ambito di ricerca in un tema libero, proprio in virtù delle possibili declinazioni che le “Tracce” portano con sé. Tuttavia, considerando la grande maturità che caratterizza questa associazione nell’esercizio della propria ricerca visiva (che quest’anno ha intrapreso in piena autonomia e senza alcun supporto curatoriale), nessuno dei pericoli in agguato ha avuto modo di manifestarsi.


La rassegna proposta dal “Fotogramma” possiede, certo con inevitabili ed eterogenee declinazioni, un’adeguata pluralità di interpretazioni concettuali e un “tono” filologico che la rendono interessante e variegata. Con alcune punte di eccellenza, laddove si assuma che alcune proposte offrono soluzioni decisamente originali e di elevata raffinatezza tecnico-compositiva, grazie alla costruzione di “micro-racconti” addensati in frame visivi (trittici o polittici) di indiscutibile bellezza (Paolo Benaglio, Maria Luisa Crosina, Sonia Calzà, Laura Zinetti).


Fra le tracce di questo variegato percorso espositivo ve ne sono alcune, molto intriganti, declinabili come “ferite”: tracce indelebili che riguardano un corpo (bellissima l’immagine di Salina De Agostini sugli esiti di un parto cesareo con la madre che sorregge il figlio e interessante l’immagine di Eddy Rosà sul tatuaggio), o quelle di una distruzione psichica, quasi certamente frutto di una violenza subita (drammatica e ricca di un pathos, a questo riguardo, la rappresentazione scenica, a scatto singolo, di Paola Santoni).


In una sorta di “auto-tutela” non mancano le riflessioni sulle tracce dell’uomo e di ciò che egli residua, come traccia appunto, della sua devastante (in)civiltà. Da osservare, e meditare, il trittico di Andrea Benuzzi, con un angolo di ripresa che rende accattivante la scena oggetto della sua analisi, caratterizzata dai rifiuti lasciati, come “traccia sociale”, dagli umani.


L’azione di interpretazione condotta verso una dimensione più formale del tema, ivi comprese le tracce fisiche, vede la restituzione di ottimi lavori, fra i quali vanno sottolineati quelli di Guido Benedetti, Diego e Matteo Calzà, Daniele Zeni, Denjse Ferretti, Carlo Meloni, Donna Ivana e Carlo Michelini, con incursioni che fanno accedere lo spettatore ad una rappresentazione della “traccia” in chiave estetica e concettuale.


Altri tre filoni, anch’essi tutti interessanti, assegnano alle “Tracce”, diversi piani di lettura: la prima, quella di essere un passe-partout mnestico per i nostri ricordi, basandosi su indizi di natura segnica e che conducono lo spettatore, attraverso l’uso di immagini/traccia che regolano i piani della memoria e di ciò che è accaduto un tempo lontano (Paolo Baldessarini, Fausto Rigatti, Marco Vecchi, Tomas Scrinzi, Lavinia Lemnete); la seconda agisce sulle tracce “filogenetiche” della nostra identità fisica e sociale. Sono scatti che pongono in relazione caratteristiche fisiognomiche, sia sotto il profilo dell’impronta genetica, sia nel tempo dell’attesa di una maternità, anch’essa riconducibile a tale dimensione (Sonia Zampedri, Laura Parisi). Una traccia di speranza, emblematica e coloratissima, ci perviene infine dall’immagine di Norma Todeschi che, idealmente, possiamo pensare possa chiudere questo percorso: rappresenta un’infinita serie di biglietti post-it, appesi da bambini durante l’Expo di Milano. E’ una traccia bellissima, ideale e densa di aspettativa, che dobbiamo percorrere, considerando i dati sul nostro malato pianeta, con grande determinazione: per lasciare alle generazioni future un posto migliore per vivere, rispetto a quello che abbiamo ricevuto in eredità e che, ancora troppo lentamente, abbiamo intuito di dover cambiare.

 

Luca Chistè, dicembre 2015


NAGO-TORBOLE PHOTOFESTIVAL 2014

PRIMA EDIZIONE dal 27 settembre al 12 ottobre

 

Nel suo quindicesimo anno di attività, il Gruppo Fotografico Il Fotogramma, ha il piacere di presentare la prima edizione del Nago-Torbole Photofestival. Più di due settimane dedicate alla fotografia all’interno delle quali saranno proposte svariate attività non solo riservate agli esperti del settore ma anche a tutti i simpatizzanti dell’arte fotografica che avranno così l’occasione di avvicinarsi a contenuti e lavori sia della fotografia amatoriale sia di quella professionistica.

Promuovere la fotografia come forma d’arte e di espressione creativa e comunicativa è l’obiettivo principale della manifestazione oltre a quello di favorirne la divulgazione sul territorio dell’ Alto Garda auspicando il coinvolgimento della popolazione locale e di tutti gli appassionati e interessati a tale disciplina.

Il Festival si aprirà sabato 27 settembre con l’inaugurazione, presso il Forte Superiore di Nago, della mostra fotografica collettiva dei soci de Il Fotogramma.

In aggiunta a questa, sono previste per l’intera durata della manifestazione, diverse esposizioni fotografiche di singoli autori e collettive dislocate in alcuni punti del comune e visitabili gratuitamente. Tra i principali protagonisti del Photofestival si segnalano: Myriam Meloni con la mostra Behind the Absence/Silenziosa Assenza (Meloni nel 2014 ha ricevuto il  I Premio Sony Awards nella categoria Stile di Vita ed il I  Premio nel Festival Internazionale della Immagine in Messico), Olaf Kreinsen con la mostra Urban trees e Spiriti e Thomas Cristofoletti con Champa. 

Il programma prevede inoltre vari incontri a sfondo fotografico/culturale gratuiti e aperti a tutta la cittadinanza, come i seminari di Cesare Colombo che con l’intervento di Giancarlo Torresani presenterà una serata dal titolo “Fotografia, un linguaggio ambiguo?”, Gianpaolo Calzà, scalatore, alpinista, guida alpina e appassionato di fotografia che terrà un incontro dal titolo “Uomini e montagna”,  Luca Chistè il cui incontro, dal titolo “Dialoghi sulla fotografia: tecnica e azione fotografica” verterà sugli aspetti che hanno connotato il cambiamento della tecnica fotografica fino al vero e proprio consumo delle immagini sui social network e Carlo Ciappi che presenterà una serata dal titolo “Fotografia e cinema”.

Saranno poi organizzate letture portfolio a cura di lettori esperti quali Massimo Agus e Orietta Bay e workshop come quello di Paolo Aldi dal titolo “Fotografia a foro stenopeico”. Il programma completo della manifestazione è consultabile all’indirizzo web: www.nagotorbole-photofestival.it

 

Sabato 07 dicembre 2013 ore 18.00

Forte Superiore - Nago

MASCHILE_FEMMINILE

ipotesi fotografiche sull'identità di genere

Anche per il 2013 la vivace associazione “Il Fotogramma” di Nago propone al pubblico i risultati del proprio progetto fotografico ed espositivo che ha impiegato, per la sua realizzazione, quasi un anno di lavoro.

Il titolo di questa rassegna si collega all’idea di poter indagare, attraverso la fotografia, alcune ipotesi con cui rappresentare le diverse “identità di genere” appartenenti al mondo maschile ed a quello femminile.

Una ricerca complessa, la cui realizzazione ha coinciso con uno strutturato supporto metodologico, ispirato dal principio “maieutico” di far uscire, da ciascun partecipante, alcune ipotesi di ricerca capaci di superare gli angusti spazi delle visioni fotoamatoriali, per divenire, nei lavori proposti, testimonianza di un’idea e di una riflessione che, dal soggettivo piano di analisi di ciascun autore, confluisse in un pensiero collettivo, dotato di una specifica identità culturale.

Sono 23 gli autori che hanno aderito, con grande entusiasmo ed impegno, a questo percorso/laboratorio di ricerca per immagini. 

Il progetto, oltre a traguardare l’obiettivo di proporre al pubblico una rassegna, ha fornito spunti per creare incontri, discussioni, workshop monografici e di confronto che, con ogni probabilità, hanno lasciato una traccia nel percorso fotografico/autoriale di ciascun fotografo.

L’esito è un percorso fotografico che offre un quadro articolato e dinamico, ricco di spunti narrativi e di intuizioni che approfondiscono, senza pretesa di esaustività, le differenze di genere socialmente costruitefra i due sessi ed i rapporti che si instaurano tra essi.

Una riflessione, marcatamente sociologica, indica con ragionevole precisione una via con cui poter leggere il concetto di “genere”, trattandosi di un processo socialmente determinato e che, trasformandole differenze biologiche (in questa accezione va inteso quindi il concetto di “sesso” versus quello di “genere”) in differenze sociali, definisce le rappresentazioni e le percezioni sociali di “donna” e di “uomo”. Aggiungendo, per completezza di analisi, che il genereè una sorta di “rivestimento sociale” della base sessuale e, cosa fondamentale, è un prodotto della cultura umana.

Il “genere” rappresenta inoltre un concetto “dinamico” e “relazionale”. “Dinamico” nel senso che è influenzato dalla variazione dei modelli culturali dominanti che storicamente si sviluppano in un determinato ambiente sociale; “relazionale” poiché, inevitabilmente, finisce sempreper coinvolgere il rapporto fra ruoli maschili e femminili. L’elaborazione di un’idea sulla propria identità di genere accade quotidianamente, poiché ciascuno di noi crea “il genere”. Si tratta di un processo per lo più spontaneo o quasi involontario, reso possibile dall’immediata e riconosciuta appartenenza sessuale e dal corrispondente anatomico (“l’idea” di donna e di uomo) che ci viene proposto dai modelli culturali e nel corso del nostro sviluppo psichico e sociale. A questo processo contribuiscono tutte le agenzie di socializzazione (famiglia, scuola, gruppo dei pari, mezzi di comunicazione, esperienze lavorative...), le quali concorrono alla polarizzazione di genere attraverso la produzione e la riproduzione di stereotipi e luoghi comuni, funzionali, per lo più, alla creazione e al mantenimento dei “ruoli di genere”. Questi ultimi, si basano su modelli che includono comportamenti, doveri, responsabilità e aspettative sociali connesse alla condizione femminile.

La riflessione sui “ruoli di genere”, in particolare, tenuto conto delle evoluzioni che sempre più frequentemente caratterizzano la riconfigurazione dell’identità di questi ruoli (per le donne, per esempio, una forte emancipazione, resa possibile dal maggiore livello d’istruzione di un tempo, dalle opportunità occupazionali, e dalle istanze provenienti da una maggiore autonomia economica e decisionale), hanno coinvolto, emotivamente prima, analiticamente poi, sotto il profilo dell’azione fotografica, moltissimi degli autori partecipanti a questa proposta. Un indicatore evidente, insieme al tema del legame affettivo e delle sue possibili declinazioni concettuali, simboliche e di rappresentazione con cui si sono confrontati, sia i fotografi, sia le fotografe, di questo gruppo di lavoro.

In tale prospettiva, molte immagini mostrano una forte attenzione a due specifiche dimensioni: il desiderio di trovare un “equilibrio” alle dinamiche relazionali fra i generi (le sequenze di alcuni gesti di affetto od i brevi “racconti” costruiti con set di immagini capaci, in maniera sintetica e sincronica, di consegnare allo spettatore una riflessione, talvolta intensa e problematica, sui “legami”) e la definizione di una “reversibilità/instabilità”, in termini di identità personale, fra le componenti maschili e femminili che, più intimamente, appartengono a ciascuno di noi (emblematiche le immagini che mostrano “trasfigurazioni” – ritratti ed autoritratti - o la sostituzione, tout-court,  di ruolo).

Non meno importanti sono poi le immagini nelle quali, l’identità di genere ha permesso ai fotografi di elaborare interessanti soluzioni sotto il profilo compositivo e formale, assegnando a specifici oggetti (gli interessanti lavori in still-life), alla costruzione di “situazioni/azioni” ed a quanto desumibile, con l’osservazione della differenziate modalità di comunicazione di cui abbondano le nostre città ed i nostri spazi urbani, il compito di liberare il proprio potenziale creativo e narrativo sul tema.

Da questo composito e, necessariamente eterogeno quadro, nascono suggestioni importanti, utili ai visitatori ed ai protagonisti della ricerca, per riflettere, in relazione ad un tema oggettivamente complesso, quanto duttile e flessibile sia il linguaggio fotografico, allorquando, con la regia di un metodo e l’azione di ripresa condotta sul medesimo tema da diversi autori, se ne scopre la poliedricità di significato.

Luca Chistè

 

Date e orari:

dal 07|12|2013 al 06|01|2014

dal matredì alla domenica 14.00|19.00

29 giugno 2013

PARTICOLARMENTE JAZZ

Vigilio Forelli - Forte Superiore di Nago

Il jazz e la fotografia: due passioni che all'inizio correvano parallele nell'esperienza di Vigilio Forelli, alimentando la sua indole artistica senza incontrare un contatto diretto. Poi la luce e i suoni hanno trovato il cortocircuito, e il fotografo ha iniziato a portare i propri obiettivi nelle sale di concerto, cercando di catturare quelle sinergie in cui la musica sembra trasferire la sua forza espressiva nelle immagini, e le inquadrature mirano a cogliere l'essenza energetica dei suoni. A più di dieci anni da quel primo momento, dopo aver scattato migliaia di fotografie ai musicisti che si sono esibiti nei maggiori festival della regione e del Nord Italia, Forelli arriva all'esposizione delle proprie opere: una selezione che rappresenta un vero e proprio distillato del suo lavoro.

Un lavoro in cui risalta in primo luogo l'attenzione alla luce, alle sfumature, ai riflessi che giocano con i volti e con gli strumenti musicali. Ma anche l'interesse rivolto ai particolari che rivelano un clima e alle espressioni che possono sintetizzare una personalità artistica. “Particolari – sottolinea lo stesso fotografo -, che vogliono raccontare una storia attraverso la fotografia, che possono far vivere un'emozione nata in un attimo”. Il bianco e nero esalta i contrasti e crea l'atmosfera pulsante di una narrazione colta nell'attimo in cui prende forma. 

 

"LO SPECCHIO IMMAGINARIO"

 

ADRIANO ECCEL

 

Forte Superiore di Nago - 18 maggio ore 18.30  

 

 

Una rassegna alla quale Adriano teneva moltissimo e che, ciascuno di noi, sperava potesse inaugurarsi con lui in vita.

Purtroppo non abbiamo fatto in tempo, ma la possibilità di creare un evento importante per ricordare la figura di  Adriano Eccel in Trentino è ora una realtà.

L’associazione AEccel, grazie alla partnership con l’associazione culturale “Il fotogramma” di Nago e la collaborazione del Comune di Nago-Torbole proporrà, presso il Forte Superiore di Nago – dal 18 maggio al 2 giugno 2013 – un’importante rassegna sull’ultimo ciclo prodotto dall’eclettico fotografo: “Lo specchio immaginario“.L’inaugurazione dell’evento è prevista per sabato 18 maggio ad ore 18.30.

La versione proposta al Forte Superiore rappresenta l’intero ciclo di quest’opera e, pertanto, può definirsi a tutti gli effetti una rassegna inedita. Peraltro, proprio in vista di questa rassegna, già programmata nel 2013, Adriano Eccel stava lavorando con grande tenacia per definirne struttura e contenuto.

Attraverso la lettura di queste opere sarà possibile stabilire, filologicamente, un’importante connessione con l’intera produzione artistica di Adriano Eccel, il cui pensiero è indissolubilmente legato all’opera pensata e prodotta.

 

Materiali di consultazione:

» Scheda di presentazione a cura di Renato Zuani & Riccarda Turrina

» Invito

» Brochure di presentazione

» Gallery della produzione artistica di Adriano Eccel

 

Luogo e Date:

FORTE SUPERIORE DI NAGO [TN]

18 maggio – 2 giugno 2013

Orari:

lunedi h. 15.00 – 18.00

mar-ven h. 15.00 – 22.00

sab-dom 17.00 – 22.00

Inaugurazione sabato 18 maggio ore 18.30

 

Venerdì 3 maggio ore 20.30  Teatro di Nago

 

D-ISTANTI

 

Ospite della serata il fotogiornalista Thomas Cristofoletti

Il Gruppo Fotografico Il Fotogramma organizza e presenta per venerdì 3 maggio una Serata di Fotografia  aperta al pubblico (ingresso gratuito) dal titolo D-ISTANTI. Protagonista della serata Thomas Cristofoletti, fotogiornalista rivano curioso di analizzare e presentare situazioni sociali oggi nel mondo. In questa serata Cristofoletti svelerà al pubblico le bellezze e le difficoltà del suo lavoro, un viaggio attraverso terre lontane nei disagi e nelle contraddizioni di alcuni luoghi raccontato mediante le sue immagini e le sue esperienze.

Cambogia Thailandia Filippine, ma anche Finlandia e Spagna: saranno questi alcuni dei paesi protagonisti di una serata dedicata alla fotografia documentaristica e di viaggio.

Il fotogiornalista rivano Thomas Cristofoletti, specializzato in fotografia di viaggio e in reportage a sfondo sociale, ci racconterà il suo percorso e la sua maturazione personale e professionale attraverso istantanee e video realizzati negli ultimi tre anni.

Sarà anche un'occasione per riflettere sulla situazione in cui versa oggi il fotogiornalismo, delle possibili tattiche e strategie che un fotografo può adottare per poter sopravvivere, di social networking virtuale ma anche,e soprattutto, della fotografia come strumento di sensibilizzazione per un mutamento sociale.

L’AUTORE

Thomas Cristofoletti è un fotogiornalista nato a Riva del Garda e attualmente residente a Phom Penh, la capitale della Cambogia.

Dopo essersi diplomato in Computer Grafica e Pubblicità presso lo IED di Milano ed aver lavorato per sei anni come art director in svariate agenzie di Milano e Madrid, Thomas decide di mollare tutto per imbarcarsi in un nuovo progetto professionale e di vita. A fine 2010 fonda con un amico Punto 14, un'agenzia di produzione video e foto interessata ad analizzare e presentare situazioni sociali oggi nel mondo e parte per il primo di una serie di viaggi in Asia.

Negli ultimi tre anni, nel dedicarsi alla realizzazione di opere video e fotografiche nel Sud Est asiatico e in Europa, collabora con diverse ONG internazionali e le sue fotografie sono state pubblicate su riviste e giornali internazionali quali il The New York Times, The International Herald tribune, The Guardian, El Pais, Il Sole 24 Ore, LaRepubblica.it, Afisha Mir Travel Magazine, In Style Russia, ecc.

http://www.ilfotogramma.org

 

Sabato 27 aprile 2013 ore 18.00 Forte Superiore di Nago

 

"GOOD NEWS FROM AFRICA"

L'attesa di un continente...

 

Fotografie di Carlo Maria Iannettone 

 

  

Le circa 80 immagini del fotografo Carlo Maria Iannettone descrivono una rappresentazione del Continente africano degli ultimi 10 anni che vuole sottolineare, al di là degli aspetti iconografici classici di questa terra, lo stato d'animo di popoli che oscilla tra la rassegnazione e la voglia di riscatto, nel contesto di un quotidiano difficile ma certamente ricco di tratti unici. La raccolta si articola in tre momenti: l'Africa che vive e sorride, l'Africa che medita, l'Africa che si nega, sezione quest'ultima nella quale la presenza umana è solo "accennata" da alcuni elementi della vita quotidiana, come una porta o una finestra, elevati a simbolo "grafico" di un mondo non più disponibile al dialogo con chi concepisce solo sfruttamento. Si tratta davvero di “Good news from Africa…”? "L’Africa di inizio millennio, tra un presente difficile ed un futuro negato. I conflitti, l’assedio delle multinazionali, il business della carità alimentano indifferenza e diffidenza. La semplicità del vissuto quotidiano esalta la grande dignità di popoli che rivendicano il diritto a riappropriarsi tanto della loro terra quanto della loro stessa esistenza. Qui si continua a vivere e a sorridere. Ma c'è anche chi, fissando lo sguardo, pone un interrogativo o medita su un improbabile riscatto. Una porta o una finestra trascendono dalla loro dimensione domestica per incarnare un concetto di presenza-assenza, che li rendono simboli di un distacco silenzioso da una scena concepita da altri. E noi che percepiamo l'antica energia di questa terra, talvolta complici inconsapevoli del suo destino, restiamo nell’attesa di buone nuove dall’Africa…" (l'Autore) Carlo Maria Iannettone, fotografo e viaggiatore, ha esposto i suoi reportage sull'Africa in molte località (Roma, Cesena, Casalecchio di Reno (BO) e None (TO). Autore del libro fotografico "Ferengi - lo spazio e il tempo dell'attesa" presentato agli eventi e alla edizione 2008 de "La Spiaggia Ama il Libro" di Cervia - Milano Marittima (RA) e con il quale ha sostenuto in forma diretta una scuola-orfanatrofio in Mozambico gestita da una religiosa italiana.

 

INAUGURAZIONE SABATO 27 APRILE ORE 18.00 – FORTE SUPERIORE di NAGO

 

ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO:

lunedì 15-18

dal martedì al venerdì 15 – 22

sabato e domenica 17 – 22

 

 

IL FOTOGRAMMA PRESENTA

VANESSA BERLANDA - 13 OTTOBRE 2012

Inaugurazione sabato 13 ottobre alle ore 17 presso la Biblioteca Civica di Riva del Garda

SABATO 22/09/2012 ORE 18.30

QUATTRO SOCI DEL "FOTOGRAMMA" SUL SENTIERO DELLA PINZA

Maggio, 2012

Quattro i soci del Fotogramma che hanno collaborato con il MAG (Museo Alto Garda) per fornire un contributo fotografico necessario alla stesura di un volume sul sentiero della "Pinza". Sonia Calzà e Paolo Baldessarini per la parte che si estende da Riva del Garda a Campi e Giuliana Baldessari con Carlo Michelini per il tratto che da Campi porta a Bocca di Trat, hanno coperto nella sua interezza il sentiero della "Pinza" in compagnia delle proprie macchine fotografiche immortalando le bellezze incontrate lungo il percorso. Gli scatti prodotti sono stati parte integrante del volume dal titolo, LA VIA AI MONTI DI RIVA, uno dei sentieri inclusi nel progetto "Antiche strade dell' Alto Garda" curato dal Museo Alto Garda. Il volume è consultabile presso il MAG o presso la nostra sede. Complimenti ai nostri soci.

Aprile, 2012

IL "FOTOGRAMMA" CURA L'OLIO GARDESANO

Si terrà a Cologna di Tenno il quarto concorso "Succo d'oliva" nel fine settinana dal 2 al 5 febbraio presso la Casa della Comunità. L'evento, organzzato dal "Comitato culturale Cologna-Gavazzo-Foci" e dal "Consorzio di tutela prodotti agricoli del Tennese" in collaborazione con l'Agraria di Riva, vede l'allestimento di una mostra fotografica dal titolo "Per un filo d'olio" prodotta e organizzata dal nostro gruppo. La mostra prevede l'esposizione di circa cinquanta immagini che documentano le varie fasi della produzione dell' olio, dalla raccolta all' imbottigglamento.